English version below. By Enrico Roberto Carrara
“La nostra filosofia non ha niente a che vedere con la competizione, ma è pura scoperta che nasce dall’idea di viaggio. Un viaggio interiore, oltre che fisico, una lunga esplorazione di noi stessi”. Così Emiliano Galli e Giacomo Menchetti mi descrivono il viaggio che intendono intraprendere dall’alba di lunedì 23 agosto. Triplo Everesting sulla salita di 11,5 km con pendenza media del 7% del Monte Serra, versante pisano, da Buti fino in vetta, da ripetere per 36 volte per 850 km totali, 27.000 di dislivello positivo da pedalare. Ininterrottamente.
Ammetto di avere avuto difficolta a capire cosa spingesse Emiliano e Giacomo a cimentarsi in una prova del genere. Una domanda mi veniva naturale: perché non profondere lo stesso sforzo per raggiungere una meta, che, per la mia mentalità di viaggiatore, è insista nel momento in cui monto in bici e parto? Ho cambiato radicalmente punto di vista per capire il (mio) significato di pedalare per 72 volte un breve tratto di strada, ricordandomi quando il mio Maestro spirituale mi diede il compito di recitare un mantra ininterrottamente per tre giorni, esperienza che potrei descrivere, come l’hanno descritta Emiliano e Giacomo, “ una lunga esplorazione di me stesso”.
Ho capito che l’Everesting, ed in particolare il triplo, oltre che sportiva, è una pratica spirituale e che il suo mantra è il tratto di salita che si sceglie di ripetere incessantemente proprio come l’Esicasmo Ortodosso, cioè la pratica della preghiera continua, caposaldo spirituale di ogni tradizione di cui, ora, l’Everesting mi appare, laicamente, la sua trasposizione sportiva.
Tornando alla stratta cronaca vale la pena sapere che, al mondo, solo una dozzina di everester hanno centrato l’obiettivo del triplo everesting di cui due italiani, Zico Pieri e Massimo Pascale.
Zico è l’atleta di riferimento per questo genere di prove avendo firmato svariate prime mondiali nell’Everesting, compreso la ripetizione della salita del Passo dello Stelvio per 100 volte in 30 giorni.
Zico è il trainer di Emiliano e Giacomo e avremo modo di conoscerlo quando raggiungerà, dalle Marche, naturalmente in bicicletta, i sui atleti in compagnia di Michele Pieri o, per meglio dire,raggiungerà “il suo atleta” in quanto Emi e Jak sono una coppia ormai indissolubile per amicizia e passione sportiva.
Isieme hanno al loro attivo già svariate esperienze nel mondo dell’everesting.
Entrambi alteti del team Rolling Dreamers (coach Luca Zaina) e Torretta Bike hanno al loro attivo 3 Everesting Camp; 4 Everesting 8848; 1 Everesting 10K che consiste nel superare più di 10.000 mt di dislivello positivo su di un’unica salita, 2 Everesting ROAM 10K e cioè superare 10.000 mt di dislivello entro un minimo di 36 e 400 km.
Questo palmares ha permesso alla nostra coppia di fare parte della HRS HIGH Roulers Society e di Everesting c.c..
Un ringraziamento va anche a Maurizio Radi, partner tecnico e sostenitore della sfida oltre che titolare di Fisioradi, Poliambulatorio e Centro di fisioterapia e riabilitazione funzionale.
Ma che cosa è l’Everesting?
Tutto comincia nel 1924 quando George Mallory ed Andrew Irvine, vengono visti per l’ultima volta a 240 metri dalla vetta del Monte Chomolungma (Madre dell’Universo in tibetano), noto anche come Monte Everest (8848 mt), prima di scomparire per sempre tra le nubi, lasciando nel dubbio, mai risolto, se fossero stati loro i conquistatori del tetto del mondo 29 anni prima di Hillary e Nogay. Nel 1994 un altro Gorge della famiglia Mallory, il nipote, salì il Monte Donna Buang in bicicletta per otto “giri” della collina di 1.069 metri più un pezzetto, sufficiente per sommare gli 8848 mt di dislivello pedalati 70 anni dopo l’impresa del nonno. Da quel momento il “mantra” dell’everesting viene recitato in tutto il mondo da ciclisti che, superata l’ansia di granfondo e competizioni, cercano esperienze più personali, sfide interiori senza pubblico, nella bolla di silenzio e solitudine di dover superare 8848 mt di dislivello positivo. Disciplina che diventa anche superamento di dislivello mentale, emozionale e fisico, in Italia si associa al nome di Fabrizio Dolce fondatore di Everesting Italy. Dal 23 di agosto Cyclingdigest sarà sul campo di gioco di Emi e Jak per seguire la loro esperienza, seguiranno altri articoli e dirette. Quindi, state collegati.
🇬🇧 Lucca – Ultracycling, Triple Everesting – the challenge (with themselves) of Emiliano Galli and Giacomo Menchetti
“Our philosophy has nothing to do with competition, but is pure discovery born of the idea of a journey. An inner journey, as well as a physical one, a long exploration of ourselves. This is how Emiliano Galli and Giacomo Menchetti describe to me the journey they intend to undertake from dawn on Monday 23 August. Triple Everesting on the 11.5 km climb with an average gradient of 7% of Monte Serra, on the Pisan side, from Buti to the summit, to be repeated 36 times for a total of 850 km, 27,000 metres of positive height gain to be cycled. Non-stop.
I admit I had difficulty understanding what drove Emiliano and Giacomo to undertake such a test. One question came naturally to me: why not make the same effort to reach a goal, which, for my mentality as a traveller, is insistent the moment I mount my bike and set off? I radically changed point of view to understand the (my) meaning of pedalling a short stretch of road 72 times, remembering when my spiritual master gave me the task of reciting a mantra continuously for three days, an experience that I could describe, as Emiliano and Giacomo described it, ‘a long exploration of myself’.
I realised that Everesting, and in particular the triple climb, as well as being a sport, is a spiritual practice, and that its mantra is the part of the climb that one chooses to repeat incessantly, just like Orthodox Hesychasm, the practice of continuous prayer, the spiritual cornerstone of every tradition, of which Everesting now appears to me, secularly, as its sporting transposition.
Returning to the historical record, it is worth knowing that in the world only a dozen Everestors have achieved the objective of triple Everesting, two of whom are Italian, Zico Pieri and Massimo Pascale.
Zico is the athlete of reference for this kind of test, having signed several world firsts in Everesting, including the repetition of the Stelvio Pass climb 100 times in 30 days.
Zico is Emiliano and Giacomo’s trainer and we will get to know him when he reaches his athletes from the Marche region, by bike of course, in the company of Michele Pieri, or rather, he will reach “his athlete” as Emi and Jak are now an indissoluble couple in terms of friendship and sporting passion.
Together they have already had several experiences in the world of everesting.
Both members of the Rolling Dreamers team (coach Luca Zaina) and Torretta Bike have to their credit 3 Everesting Camps; 4 Everesting 8848; 1 Everesting 10K which consists in overcoming more than 10,000 mt of positive height gain on a single climb, 2 Everesting ROAM 10K which consists in overcoming 10,000 mt of height gain within a minimum of 36 and 400 km.
This palmares has allowed our couple to be members of the HRS HIGH Roulers Society and Everesting c.c..
Our thanks also go to Maurizio Radi, technical partner and supporter of the challenge as well as owner of Fisioradi, an outpatient clinic and physiotherapy and functional rehabilitation centre.
But what is Everesting?
It all began in 1924 when George Mallory and Andrew Irvine were last seen 240 metres from the summit of Mount Chomolungma (Mother of the Universe in Tibetan), also known as Mount Everest (8848 m), before disappearing forever into the clouds, leaving the doubt never resolved as to whether they had been the conquerors of the roof of the world 29 years before Hillary and Nogay. In 1994 another Gorge of the Mallory family, the grandson, climbed Mount Donna Buang on his bike for eight “laps” of the 1,069 metre hill plus a small section, enough to add up to 8848 metres of elevation gain pedalled 70 years after his grandfather’s feat. Since then, the mantra of everesting has been recited all over the world by cyclists who, having overcome the anxiety of granfondo and competitions, seek more personal experiences, inner challenges without an audience, in the silence and solitude of having to overcome 8848 metres of positive height gain. A discipline that also becomes overcoming mental, emotional and physical differences in height, in Italy it is associated with the name of Fabrizio Dolce, founder of Everesting Italy. From 23 August Cyclingdigest will be on the field of play of Emi and Jak to follow their experience, other articles and live broadcasts will follow. So stay tuned.