©2021 Deceuninck – Quick-Step Cycling team (Pictures © Getty Images & Wout Beel) //
For the third time in his career, the Frenchman reigned supreme at the top of the Mur de Huy. From Deceuninck – Quick-Step Cycling team https://www.deceuninck-quickstep.com/en/news/4874/world-champion-julian-alaphilippe-wins-fleche-wallonne
🇮🇹 Freccia Vallone – Lo spettacolo continua

by Enrico Roberto Carrara (Photo Credit: © Getty Images)
Ma quanto è spettacolare il ciclismo? Certo si può obiettare che il servono 4 ore di gara per averne una di adrenalina pura che anche lo spettatore che fa le spese con l’olandesina ansimando sul cavalcavia può assaporare perché conosce la fatica. Forse non si sarà avventurato su “muri” al 20% o su distanze di oltre 200 km per avere una percezione più fedele di quello che questi straordinari atleti riesco ad esprime ma poco importa, quando una corsa si decide per millimetri come sul traguardo dell’Amstel Gold Race tra Van Aert e Pidcock o come oggi alla Freccia Vallone dove Julian “Lulù” Alaphilippe ha vinto dopo 193,2 chilometri con l’arrivo crudele al culmine del Muro di Huy, salita che nemmeno il più distratto dei geometri potrebbe progettare una rampa di garage più pendente di quel tratto di strada. Tattica, potenza, audacia, abnegazione, da sempre sono gli ingredienti del grade ciclismo, l’unico sport al modo che ti passa sotto casa, impari a praticare subito dopo avere imparato a camminare e puoi emulare come e quando vuoi sulle strade delle gare che vedi alla TV. Prova tu ad organizzare una partita di calcio tra amici prenotando lo stadio di San Siro. Sarà molto più complicato di prendere la bicicletta e salire il Mortirolo. Oggi ci sono voluti 191 km di trama per l’epilogo vibrante negli ultimi duemila interminabili metri, con due campioni che si sono sfidati a viso aperto, ancora una volta, fino all’ultimo centimetro quando Lulù, battendo Roglic, ha avuto il tempo di sottolineare che non è certo un caso che sulla sua maglia ci siano i colori dell’iride. Terzo al traguardo il vincitore di cinque edizioni della Freccia, Alejandro “El Imbatido” Valverde e chi se non lui, a 41 anni dopo lo strappo generazionale della scorsa stagione riesce ad essere lì a giocarsela in memoria di un ciclismo che “fu”, perché quello che “è”, la netto di blasuate eccezioni, è in mano ai quasi millenial, vedi Pidcock classe ’99.
Si archivia così l’ottantacinquesima della Flèche Vallonne in attesa de la Doyenne Liegi Bastogne Liegi a chiusura dalla campagna del Nord orfana, per il momento, della Roubaix.
Lo spettacolo continua.